Sin dai primi minuti fuori dall’auto ho capito che sarebbe stata un’uscita gelida; il temometro segnava -10°C con una leggera brezza da Est che risultava tutt’altro che piacevole mentre si infiltrava tra i lembi del vestiario. Dal punto di vista fotografico è chiaro che utilizzare ottiche di tale focale comporta rischi sulla nitidezza a causa del micromosso e dal canto mio non ho esitato a provare a scattare con tempi di gran lunga inferiori a quelli che un buon senso fotografico suggerirebbe (se avessi avuto la pellicola me ne sarei ben guardato di osare così). Ciononostante, sebbene non siano certo scatti da stampe di più di un metro, pensavo di ottenere risultati peggiori.
Un teleobbiettivo così spinto incoraggia a selezionare, a cercare soggetti oltre la valle, posti a distanze notevolmente superiori all’ordinario. Gli effetti non sono male: si coglie l’ambiente secondo prospettive desuete, comunque attraenti. Per esempio mi è stato possibile raggiungere una valletta secondaria dove la neve, per via della bassa esposizione alla luce, restava aggrappata agli abeti. Una prospettiva schiacciata che permette di enfatizzare le tessiture dei rami innevati.
Sfruttando la focale è possibile realizzare scatti facilmente astratti. Non è difficile infatti decontestualizzare il soggetto e renderlo, grazie all’ampio grado di selezione fornita dal tele, ritmo, volume o forma.
A distanze estreme l’effetto è ancora più surreale, potendo tramite la distanza rendere indecifrabili le forme degli oggetti e lasciando percepire solo aree di pura geometria, siano esse volumi o linee.
Una lunghissima focale è in grado dunque di permettere una totale decontestualizzazione verso forme di paesaggio astratto. Certamente le principali difficoltà tecniche stanno nel garantire una nitidezza accettabile in quanto, specialmente nelle zone a bassa luminosità, volendo tenere aperture di diaframma ragioevolmente piccole (f11-f16) i tempi di scatto rapidamente scendono a soglie difficilmente gestibili anche col più stabile dei treppiedi. Ciononostante i risultati possono essere piacevoli, certamente non sempre aderenti ai canoni tradizionali, tuttavia più vicini ad una interpretazione espressiva più spinta del paesaggio.