Il Colle Di San Zeno

Storica meta motociclistica della provincia di Brescia, il Colle di San Zeno è un basso valico prealpino tra la Val Trompia e la Val Camonica raggiungibile da Pezzaze (Val Trompia) o da Pisogne (Val Camonica). Il valico si trova a poco più di 1400 m ed è facilmente raggiungibile da entrambe le vallate tramite piccole e in genere poco trafficate stradine di montagna. Come meta escursionistica il Colle è forse poco noto, giacendo, in tutti sensi, all’ombra del ben più noto Monte Guglielmo (Leggete l’articolo qui) tuttavia il notevole anello delle Malghe consente uno straordinario tour tra i prati e le zone adibite all’allevamento in quota; molti sono gli spunti di interesse, non ultimo quello fotografico con bellissime viste su Val Trompia e Guglielmo a Sud e incredibili scorci sui massicci alpini a Nord.

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Passeggiare nella fresca aria del mattino è sempre piacevole tuttavia qualcosa in questi paesaggi invernali manca, un’assenza veramente difficile da non notare: dove sono le cime innevate? Sulle Prealpi il clima è stato dannatamente secco in questo caldo inverno, in uno straordinariamente caldo anno.

Ci si concentra altrove, del resto le occasioni per scattare non mancano di certo: le malghe offrono numerosi spunti non fosse per la dannata luce bassa del mattino che mette a dura prova la gamma dinamica della mia macchina fotografica. Ci si arrangia come si può cercando di scattare col sole alle spalle per evitare spiacevoli flare nel controluce; cosa che corrisponde nel puntare verso Ovest, giù in basso, verso l’alta Valle Camonica.

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Passo dopo passo ci si addentra in in piacevoli boschi di abeti, sporadici larici e latifoglie, presumibilmente faggi, le dimensioni dei quali sono ragguardevoli, con il loro cappello di rami spogli, tondo tondo, come un ombrello. Si tratta certamente di piante secolari, gentilmente adagiate sul limitare del bosco.

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Devo ammettere che ho un debole per le piante, i rami e gli intricati arzigogoli, i barocchi ricami che si stendono ad intessere il cielo e l’aria fresca. Non resisto mai, non posso non scattare, il contrasto tra le ombre ed il giallissimo prato d’erba secca è un toccasana per le foto in bianconero: la marcata differenza tonale esalta ancor di più le ramificazioni e i tronchi stagliano decisi sul bianco tappeto d’erba.

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A guardarmi da lontano a Sud, un panettone pacioso e rilassato, il Guglielmo, elemento caratterizzante del paesaggio di gran parte della bassa Val Cmonica e bassa Val Trompia, nonchè di tutta la zona collinare della Franciacorta. Se ne sta li a guardarsi distaccato il Sebino e io che sgambetto nelle valli più a Nord, cavalletto in spalla, fotocamera e borsa a tracolla, sempre di corsa perchè nei giorni invernali, con la luce bassa e dura, in pochi minuti il paesaggio cambia totalmente.

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Oltre alla poca neve la cosa che colpisce è la più totale assenza di nuvole. Cosa ancora più chiara una volta che la foschia mattutina via via si dirada. Dovrò convivere con cieli poco drammatici e monotoni.

Tecnicamente parlando la gestione del contrasto in situazioni analoghe a quelle trovate non è delle più semplici. Ho deciso però di affidarmi all’ampliamento della gamma dinamica con più scatti (HDR); cosa che ha permesso da un lato di comprimere la gigantesta forchetta di toni nell’ambito del riproducibile e dall’altro di rallentare il tempo tecnico per ogni scatto, aumentando la quota parte di progettazione dell’inquadratura e la progettazione dell’immagine a livelli simili a quelli che normalmente utilizzo con la pellicola. Concentrarsi su pochi soggetti per più tempo è un esercizio assolutamente fondamentale nella fotografia di paesaggio. Continuerò con questo approccio anche nelle prossime uscite.