Tonale, Val di Sole e Val di Pejo: lontano dal caos di Agosto

Certe volte è decisamente salutare scappare dalla calura e dalle preoccupazioni e rifugiarsi in qualche luogo che ispira, distende e rilassa. Se poi per arrivare ad oltre 2500m basta portarsi ad un tiro di schioppo da casa il vantaggio è duplice. Così è successo che al grido “dai che si va” siamo partiti per una due giorni di riposo (non proprio fisico visto le belle scarpinate).

Ormai è chiaro che dove c’è montagna c’è fotografia, almeno per me, e dove c’è fotografia c’è una grossa probabilità che sia in pellicola e in bianconero. Dunque al mio fianco la solita carretta Yashica 108, una sempre fidata pellicola Ilford FP4+ 125 e una new entry da provare, la Rollei Superpan 200.

Giunti al Passo del Tonale in mattinata ci portiamo verso la salita per la Malga Valbiolo che in un paio di ore (comprese pause fotografiche) ci porterà al rifugio, quasi un albergo, prossimo (o quasi) al Passo del Contrabbandiere. Subito carico la Rollei, sono proprio curioso del comportamento di questa pellicola: già dai primi passi si presentano innumerevoli opportunità di scatto e sicuramente non ci tiriamo indietro. La luce già alta della tarda mattinata filtra vigorosa sopra il gruppo della Presanella illuminando in trasparenza i ciuffi setosi delle piante erbacee d’altura regalando interessantissimi contrasti, ottimi per uno scatto bianconero.La salita procede quasi senza strappi e porta rapidamente in zone prive di vegetazione, in fin dei conti la meta è ad oltre 2500m e la vegetazione lascia presto spazio a sempre più sparuti gruppi di piante, prati disseminati qua e la di imponenti rocce ricche di textures nella dura luce del mattino inoltrato. Cieli saturi di azzurro a Nord delineano perfettamente le alte nubi, bianchissime nel contrasto. Ovviamente col bianconero in pellicola non tralascio mai di utilizzare nel paessaggio un filtro giallo che tende a scurire e contrastare ancor di più i toni dell’azzurro contribuendo a quello straordinario cielo nero che adoro.
Giungiamo poco dopo mezzodì alla Malga Valbiolo concedendoci un sostanzioso piatto di affettati trentini che spariscono quasi subito con somma gioia del palato.

Prima di proseguire con la narrazione del proseguo della avventura però, voglio parlare un poco della Rollei Superpan 200. Alla luce di quanto ho scoperto a posteriori (visto la straordinaria capacità di contrasto della emulsione, mi sono documentato meglio – si avrei dovuto farlo prima ma mi sarei perso la sorpresa) la Superpan è veramente sensibile all’infrarosso. Questo la rende particolarmente adatta a paesaggi qualora si vogliano ottenere cieli veramente scuri. Di fatto mi sono chiesto come potesse un solo filtro giallo darmi una resa praticamente da filtro rosso in gran parte delle situazioni: una breve visita al sito del produttore ha chiarito la questione. I risultati sono molto drammatici e non mi dispiacciono per nulla. Unico difetto, se lo si vuol considerare tale, una grana abbastanza presente che in certi casi può disturbare un poco.

Torniamo alla narrazione. Dopo pranzo ci siamo concessi una bella passeggiata attorno alla Malga. La costruzione si trova adagiata in una conca alla base della salita per il Passo del Contrabbandiere, affacciata sullo straordinario gruppo della Presanella, massiccio e imponente come non mai nella luce che pian piano si è portata verso sud, illuminandolo con forza attraverso le nuvole. Impossibile non restare estasiati di fronte a tanta bellezza. Impossibile non continuare a scattare con un panorama simile.
Scendendo verso il Passo del Tonale cambia il contesto del primo piano in funzione della quota; prima prati d’altura costellati di cespugli, poi le prime conifere a gruppi sparsi ma sullo sfondo la Presanella si prende di forza il ruolo di regina del paesaggio, quasi violenta nel contrasto estremo offerto dall’emulsione della Rollei Superpan. Riguardando gli scatti torna vivido e limpido lo straordinario senso di vastità che il panorama ci ha offerto.Anche più a valle rimane elemento distintivo del panorama nonostante la maggior presenza di elementi ottimi per un primo piano.Poi ormai prossimi agli impianti di risalita del Tonale il cielo si chiude con uno strato cumuliforme di nubi, basse e minacciose. Inizia a fare più fresco e spira un vento frizzante. La luce cala e mi spingo a fotografare ben sotto i margini di sicurezza. La nitidezza ne risente non poco ma la bellezza del contesto deve essere documentata.

E’ giunta l’ora di scendere verso la Val di Sole per trascorrere la notte, incerti del meteo del giorno successivo. Alle prime luci della mattinata capiamo che la salita a Pejo 3000 non è la scelta migliore: nuvole basse circondano la vetta e persistono in modo preoccupante. Decidiamo per una bella e non impegnativa passeggiata verso il Lago di Covel.

Appena giunti sulle sponde del lago il sole ci regala ancora delle ottime condizioni fotografiche per il bianconero, tuttavia in brevissimo tempo, verso metà mattina il cielo si vela irrimediabilmente offrendo una luce molto meno dura di prima.
E’ ora di mettere in campo la Ilford FP4+ una pellicola si contrastata me in grado comunque di offrire un ottimo comportamento anche in caso di luce piatta. La Ilford stupisce sempre per la capacità di offrire infinite gradazioni di grigi e transizioni così naturali mantenendo dettagli anche in condizioni di luce veramente difficili, come un orizzonte di forte luce diffusa ed un primo piano piuttosto scuro. Certo sarebbe stato opportuno un filtro graduato ma non avendone ho optato per sovraesporre un poco lo sfondo in favore di una buona leggibilità del primo piano. Tutto sommato lo scatto non è male anche se non rende giustizia alla bellezza del luogo, quasi fatato.

Il cielo rimane sempre coperto, solo raramente alcuni sprazzi consentono scatti decenti. Nonostante ciò il paesaggio regala scorci incantevoli ovunque si guardi e neppure l’affollamento dei sentieri, si tratta pur sempre delle settimane centrali di Agosto, disturba più di tanto la serenità del luogo.Mi permetto la libertà di giocare liberamente con composizioni scontate da regola dei terzi applicate a dettagli sulla roccia: la luce non è il massimo e il paesaggio in questi frangenti diventa veramente piatto fotograficamente parlando.
Tempo di rientro verso casa ma prima ci fermiamo ad Ossana per un pranzo sopraffino. Data l’abbondanza conviene fare una passeggiata prima di rientrare definitivamente. Quasi rotolando visitiamo il castello di Ossana che staglia, riconoscibilissimo, nel bel mezzo dell’alta Val di Sole. La costruzione si presenta ben restaurata ma gran parte delle strutture sono andate irrimediabilmente perse nel tempo. Contrastano decisamente le impalcature metalliche per i turisti rispetto alle secolari mura di pietra.Gli interni sono spogli, solo una triste sedia nella penombra di un angolo. Un immagine che ben si addice alla sensazione di nostalgia che ci pervade nel riprendere la via verso la pianura Padana, nel caldo e nel caos consueti. Nel cuore e nelle chiacchiere del rientro però già balena la prossima meta e il prossimo viaggio alla scoperta delle Alpi. Con la mente già penso a cosa, come e in che modo fotografare: un tarlo mi assale, dapprima lieve, diventa poi una convinzione. Ci sono novità all’orizzonte ma le svelerò nel prossimo articolo!