Vallesinella: vicini ma lontani.

Quando ci si porta in groppa una discreta accozzaglia fotografica che facilmente arriva a pesare ben oltre quello che le spalle vorrebbero, non si è certo psicologicamente predisposti a portare il sedere in luoghi ameni e lontani dal mondo. Purtroppo però molto spesso i luoghi distanti dal caos della valle affollata e indaffarata richiedono ore di stancanti camminate, giusto per immergersi nella natura. E spesso i luoghi fotografici più difficilmente accessibili sono quelli che paesaggisticamente danno i migliori risultati.

Ecco, le cascate di Vallesinella non ricadono in questo stereotipo. A pochi chilometri da Madonna di Campiglio, giusto sotto il gruppo del Brenta, questa serie di cascate è facilmente raggiungibile in auto, previo pagamento di una irrisoria quota di accesso. Un comodo parcheggio ben attrezzato a fianco di un bel rifugio/albergo/bar/ristorante (dove peraltro abbiamo mangiato molto bene spendendo il giusto e rimpiangendo solo la possibilità di non divorare le “burrosissime e lattosissime” torte interdette noi dalla dannata intolleranza al lattosio!) ci accoglie giusto al termine di una piacevole, curata e asfaltata strada nel bosco.

Giunti al parcheggio si aprono innumerevoli sentieri ben segnalati per raggiungere i vari salti che il torrente percorre nel giungere a valle. Il tempo è ventoso e coperto, una luce intensa ma diffusa fa capire che le condizioni di stabilità meteo certamente non dureranno a lungo. Ci incamminiamo in discesa verso le cascate più a valle. Il sentiero procede a piccoli balzi in un bel bosco di latifoglie e conifere, il rumore scrosciante dell’acqua sempre più intenso, una percezione di umidità sempre più forte.

Giunti in pochi minuti lo spettacolo è decisamente accattivante. La luce diffusa ma forte illumina da sud (è quasi mezzogiorno di una giornata di fine Giugno). Le ondate di acqua vaporizzata della cascata vengono sollevate a grossi banchi e sferzate ovunque dal vento incessante: fatico nel mantenere pulito il polarizzatore della macchina fotografica. Bisogna affrettarsi; il tempo non sembra voler reggere a lungo e trovo rapidamente alcuni punti di vista interessanti. Non ho con me filtri ND per generare l’ interessante e canonico effetto setoso dell’acqua. Non è un male in quanto un tempo troppo lungo avrebbe invece impedito di rendere chiare le nuvole di spruzzi strapazzate dal vento rischiando di compromettere la nitidezza. Scatto di fretta.

Il meteo incalza e a si capisce che a breve andrà a piovere, nuvoloni carichi si intravedono più a nord-ovest, dietro le mie spalle. Ancora più rapidamente compongo per uno ultimo scatto in verticale prima di raggiungere il rifugio per un lauto pasto.

Messe le gambe sotto il tavolo assaporando la bella costata fumante uno scroscio intenso conferma i nostri sospetti sul meteo. Tergiversiamo mangiando con calma tanto il tempo non sembra darci tregua. Decidiamo di lasciare la Vallesinella dopo pranzo, ormai sono quasi le tre del pomeriggio. Torniamo a fondo valle in direzione Val di Sole, nostra prossima meta del viaggio convinti sempre di più che a volte non serve proprio “spaccarsi la schiena” per fotografare la meraviglia della natura, basta una gestione regolata e curata della montagna.