La Magia Dell’Altopiano Delle Streghe

Partiamo per un week end lungo di inizio Autunno alla volta di Siusi allo Sciliar; nuovamente dopo ben cinque anni torniamo nel magico borgo e sull’altopiano delle streghe (Il precedente articolo è consultabile qui). Tanto è cambiato, c’è stata la pandemia Covid, una quasi guerra totale tuttora in corso ma la magia di questi luoghi è rimasta inalterata. Luoghi sospesi tra la bellezza della natura e la tradizione e il folklore delle popolazioni della zona.

Arriviamo un Venerdì pomeriggio uggioso, il meteo non promette nulla di buono ed infatti pioverà tutta la restante giornata, poco male, il giorno successivo dovrebbe essere quantomeno stabile alla mattina quando noi faremo nuovamente visita al meraviglioso e incantato Bosco di Laranza.

Ed infatti la mattina il clima è stabile, anzi un tenue sole si intravvede tra i nuvoloni: lungo la strada per il bosco mi soffermo ad immortalare il grandioso massiccio dello Sciliar che campeggia su di noi.

Il massiccio dello Sciliar tra le nuvole del primo mattino.

Ci addentriamo nel Bosco di Laranza che il sole si è già alzato sopra ai monti ad est e ci scalda facendoci dimenticare il freddo del mattino. Camminiamo piano godendoci il silenzio e la sensazione di contatto con la natura. Non scatto nessuna immagine in questa prima parte del tragitto, mi lascio semplicemente trasportare dal sentiero che ben presto giunge al Königswarte, la “veduta dei re”, punto panoramico sulla sottostante vallata. Solo allora imbraccio la mia fidata Lumix G80 e scatto l’immagine di rito dalla veduta panoramica.

Vista dalla “Veduta dei Re”.

Proseguiamo sul bel sentiero e notiamo che il bosco ha subito le ingiurie del mal tempo, molte le aree con tronchi a terra o con tronchi accatastati e tagliati, segno che il cambiamento climatico ha colpito anche queste zone così ricche di vegetazione.

Legni accatastati lungo il sentiero ripulito dalla caduta di alcuni alberi.

Camminiamo ancora percorrendo verso Nord il sentiero che si sviluppa in continui, semplici saliscendi. Il bosco è magnifico, da favola ed invoglia a scattare.

Nella sua bellezza il Bosco di Laranza.

Il sottobosco già si sta tingendo dei colori dell’autunno, felci che si ingialliscono preannunciano la stagione che sta per cominciare. Impossibile non catturare un immagine a colori di questo magnifico sottobosco.

Il sottobosco illuminato che sta cambiano i suoi colori.

Rientriamo verso l’albergo col meteo che vira verso il brutto, come previsto il pomeriggio sarà piovoso ma mia moglie ed io abbiamo un asso nella manica. Trascorriamo il pomeriggio a coccolarci nella SPA dell’hotel mentre fuori piove. Il giorno successivo ci attende la salita all’Alpe.

Mi sveglio provato da una notte di starnuti e mal di gola, segno che questa volta non è il meteo inclemente ma la mia salute. Dopo una abbondante colazione ci dirigiamo verso la cabinovia che in quindici minuti ci trasporta in paradiso. O almeno quello che posso immaginare sia il paradiso.

Località Compaccio, ci dirigiamo verso la moderna chiesa e da li prendiamo il segnavia 30, un largo e ben battuto sentiero che corre tra i verdi pascoli attraversati qua e la da piccoli ruscelli e rigagnoli. Il sentiero sale e scende continuamente assecondando l’andamento del terreno. Poi prendiamo il sentiero 6B, si sale decisamente verso il pascolo in quota e verso l’arrivo di una seggiovia dalla quale si può osservare il massiccio dello Sciliar con tutta la sua imponenza.

Im massiccio dello Sciliar che si staglia sulle costruzioni umane.

Assaporo di nuovo il piacere di scattare pensando alla composizione del paesaggio ed al risultato finale, che per me è il bianconero. Difficile evitare elementi umani in questo paesaggio che è da un lato fortemente antropizzato ma dall’altro la presenza umana è diluita su una superficie notevole e soprattutto integra perfettamente con la natura.

Ci muoviamo raggiungendo la baita Tuene dove ci fermiamo per un caffè, la vista è magnifica: catene montuose sullo sfondo di verdi alpeggi, una vista a trecentosessanta gradi. Non posso non preparare uno scatto panoramico.

Vista dalla baita Tuene.

La baita Tuene.

Ci ricongiungiamo al sentiero 30, in direzione contraria questa volta, per raggiungere nuovamente la località Compaccio; il ginocchio dolorante di mia moglie fa le bizze ed io non sono in forma, il raffreddore sfocia in brividi e dolore alle articolazioni, meglio rientrare prima di peggiorare la situazione.

Ultimo scatto sulla via del ritorno.

Purtroppo la rilassante vacanza termina con me a letto influenzato e mia moglie col ginocchio gonfio. Rientriamo verso casa mestamente ma con quella serenità che solo il contatto con la natura sa donare. Dal punto di vista fotografico ho riscoperto la mia mai sopita passione per il paesaggio bianconero.