Addentrandoci sempre più nell’autunno le occasioni fotografiche per la microfotografia di fiori e insetti diminuiscono considerevolmente. Ma non tutto è perduto, infatti se i fiori selvatici e gli insetti si fanno sempre meno vedere ci possono assistere i fiori in vaso che abbiamo in giardino, sulle terrazze o sui balconi.
Insomma ogni pianticella che può generare un fiore in questo Ottobre ballerino è l’occasione per fare qualche scatto macrofotografico. In particolare mi hanno sempre affascinato gli scatti astratti ricavati dalle complesse intersezioni dei petali che i fiori ci regalano nel micromondo della macro.
Una macro astratta insomma, che riprende nel mio caso le linee sfumate dei petali di rosa o di ciclamino.
Una rosa Camille Pizarro retroilluminata dal sole e rischiarata dal lampo flash del mio Godox 350TTO
Ricercare la giusta inquadratura non è semplice, a tutte le difficoltà canoniche della macrofotografia si aggiunge la critica definizione delle linee di composizione che sono decine attraverso i numerosi possibili piani di messa a fuoco.
Ciclamino.
Stesso ciclamino in una inquadratura leggermente variata.
Soprattutto quando il foglio è bianco (ciclamino bianco) trovare qualcosa di attraente senza affidarsi alla forza dei colori non è semplice ma a volte il gioco riesce sfruttando semplicemente le ombre e le tessiture dei petali.
Ciclamino bianco. L’Olympus 60 mm Macro è riuscito a catturare la consistenza setosa dei petali.
Potendo poi combinare le due piante si possono costruire interessanti contrasti.
Ciclamino bianco su ciclamino magenta.
Non avrei mai pensato di trovare una fotografia macro ancora più complessa di quella di fauna e invece questa macro astratta racchiude tutte le difficoltà tipiche, difficoltà nella messa a fuoco e cronica mancanza di luce sui soggetti, aggiungendo le difficoltà di composizione quasi fosse un piccolo paesaggio naturale. Comunque sia la macrofotografia si dimostra una branca piena di insidie ma altamente appagante e divertente; tutto senza allontanarsi da casa.