Rifugio Valtrompia e Pontogna

In questo festoso periodo di ferie in cui tutti si tolgono le più disparate soddisfazioni, da quelle più pertinenti alla sfera dl vizio a quelle più spirituali, mi è toccata l’influenza che ha trasformato i miei cari bronchi in stufe fuligginose e le mie ferie in un interminabile permanenza in casa. Beh, fortuna che c’erano alcune foto nel cassetto, foto di un uscita a passeggio nei primi giorni di Dicembre nella splendida e spesso sottovalutata cornice delle prealpi della media-bassa Valtrompia. Partenza dal piccolo borgo di Pezzoro, incastrato in una valletta laterale della più ampia Valtrompia, e breve salita fino al rifugio con successiva ampia passeggiata tra i pascoli attorno alla malga Pontogna.

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Il sentiero che sale sempre in modo piuttosto deciso non presenta particolari difficoltà, anzi molto spesso ci si trova in tratti di dura cementata, specialmente in corrispondenza delle più elevate pendenze. Ci si muove in un interminabile bosco di latifoglie intervallate da sporadici abeti fino a giungere, quasi con un crescendo, ad uno straordinario faggeto nel quale, proprio in prossimità del rifugio, si possono osservare esemplari certamente secolari tanto sono imponenti.

SGT PepperNel Vespaio Sterminato Della CittaUsciti dal bosco ci si trova subito presso il bel rifugio; non sosto perchè l’idea è di percorrere un bel giro circolare tra le malghe e i prati adibiti all’alpeggio che si stendono tutt’attorno. Nel proseguire verso la malga Pontogna si tocca la gelata pozza Lavacolo in cui si può osservare il simpatico fenomeno delle bolle di gas intrappolate tra lo spesso ghiaccio. Sebbene il clima sia tutt’altro che freddo la zona è parzialmente innevata con vaste zone ghiacciate per via della continua esposizione a nord e in zona di ombra continua.

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Gioisco nello sentire gli scarponi nuovi far crepitare la neve ghiacciata fintanto che si esce dalla zona d’ombra. Poco più avanti il “ratù”, salita ripida per guadagnare il primo strappo per il monte Guglielmo nella salita da Nord. Rientro sui miei passi perchè l’idea è fotografare le zone pressso la malga Dosso e i pascoli tutt’attorno (tra Dosso e Dosso dello Strangolo). Proprio Dosso dello Strangolo è singolare: una colma tonda con all’apice un simpatico boschetto di faggi e abeti e ai cui piedi si trova una pozza/abbeveratoio, ora secco, ma che in estate immagino dia ristoro ai bovini in alpeggio.

All I Want Dada e Buona Ma Bella Piu Di Tutte e l Isola Non TrovataI prati sono punteggiati di pietre dalle ombre lunghe, per via della luce radente di Dicembre, da ciuffi di erba e da rigidi fiori rinsecchiti dall’aspetto un poco gotico e un poco marziale nel presentarsi sull’attenti coronati da arzigogolati intrecci di spine.

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Poco più sotto la strada, comoda mulattiera, che mi riporterà a Pezzoro mi attende. Mi attende il secolare Faggeto con la nascosta sorpresa di alcune primule decisamente fuori stagione: il clima secco e caldo di questo strano Autunno/Inverno ha tratto in inganno anche loro, splendidamente adagiate nel sottobosco godendosi il caldo sole di questa ambigua Primavera fuori stagione.

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