Mi chiedo perchè, e per capire il perchè scomodo un grande della fotografia contemporanea, Sebastiao Salgado. Alla domanda perchè il bianconero lui ha sempre argomentato sostenendo che l’assenza di colore rafforza la compartecipazione dell’audience all’immagine.
Ed in fatti è vero: il colore è didascalico, completo. Una immagine a colori ci racconta tutta la storia, tutta in un colpo e tutta chiaramente. Il colore non suggerisce, afferma. Il bianconero obbliga invece a colmare il divario che c’è tra l’immagine e la nostra realtà fatta di cromie con il ricordo, con qualcosa di personale.
Quando si guarda una immagine in bianconero siamo obbligati a ricostruirla a colori nella nostra mente, questo è un processo personale: tutti vedranno nel cielo nero l’azzurro ma nessun azzurro sarà lo stesso per tutti.
Si può dire che una foto bianconero è per metà di chi l’ha scattata e per metà di chi la osserva. E questo è un gioco magnifico, come se lo scrittore potesse scrivere un finale differente per ogni lettore, soltanto suggerendo, sussurrando un canovaccio su cui ciascuno recita poi la sua storia.
Un gioco che cominciato non so proprio se avrò voglia di smettere.