Roma Delenda Est

“….piena di strade e di negozi e di vetrine, piene di luce, con tanta gente che lavora, con tanta gente che produce….”

La Peste a Roma

Così cantava Giorgio Gaber in un suo pezzo. Ma a volte la città, seppur grande e bella, può non essere percepita come accogliente (sempre parafrasando il grande signor G). Ci sono cose che senti a pelle, non sono descrivibili, le vivi e le registri così come sono, senza il filtro ingannatore della ragione: lo straordinario calore e l’umanità di Napoli, i mille volti e le mille vite di Venezia, la sottile e seduttrice vanità di Parigi.

Timide Erezioni

Per Roma vale lo stesso; come in un gracchiante solco di vinile ha recentemente lasciato una traccia chiara e lampante, finanche sferzante nella mia mente.

Carne da Turista

Roma è per me ostile, interessata e tronfia. Impettita nell’ostentare le sue trappole piene di grazia. Una puttana! Una puttana di lusso dall’incedere costruito e vezzeggiante. Non certo una schiava piegata dalla verga di chicchessia: Roma ha scelto la sua professione, l’ha scelta per ingordigia ed interesse. Rinnegata la sua millenaria storia si è creata una dimensione ricca di arte ma priva di cultura: vende le sue infinite grazie, e non per poco, a famelici fruitori di travertino.

Ne Abbiamo Avute di Occasioni Perdendole

Eppure le persone sono, vis a vis, inaspettatamente amichevoli e per nulla inospitali quando intuiscono che la tua presenza non è turistica, quasi da rendersi contrappesi all’ostilità che ho sentito per le strade. Sembra quasi che vi siano due diversi metri che vengono applicati: se rientri nella categoria propria del fruitore di travertino cadi nelle grinfie della Roma squillo che tenta di inghiottirti e spremerti, nel caso invece ti trovi la per altre ragioni (nel mio caso lavorative) oppure scavi nella scorza del tessuto sociale si riesce, seppur confusamente, tra la cavillosità della cultura locale, ad intravedere, nonostante velata, quella disponibilità tipica delle genti del centro-sud.

Il Santo

In fondo è comprensibile, Roma, come raramente è accaduto nella sua storia è invasa ogni giorno da una pletora di popoli: Galli, Unni, Bretoni e genti dell’est calpestano le sue vie.

Coatti Nella Convivenza

Alla fine uno ci si abitua, ci si abitua costruendosi uno scudo di indifferenza interessata, perdonate l’idiosincrasia dei termini. Cioè Roma permette che tu la corteggi fino a farci l’amore, pagando (pur sempre meretrice rimane), ma il cuore, il cuore non lo mette in piazza, quello è ben nascosto in fondo ad un pozzo e forse neanche si ricorda dove l’ha messo.

Al di La del Muro dei Valori

Dunque Roma Delenda Est? Se non proprio cancellata deve essere rifondata partendo proprio dalla sua parte più intima. Lasciando perdere gli strilloni che le fanno pubblicità ad ogni angolo, ascoltando la voce ora troppo fievole della cultura che ancora la pervade. Per troppo tempo ci si è affidati solo al travertino e alla storia per costruire l’immagine della città: ora ci vuole anche una città!

Polli D'Allevamento