IL Più Bello del Reame

Chi non ne ha mai visto uno si perde uno degli uccelli a mio avviso più belli d’Italia. Parliamo del Pettirosso che di fatto è uno dei volatili più comuni nelle nostre zone e non di rado si avvicina alle abitazioni in cerca di cibo. Soprattutto nel periodo invernale dove non è facile per lui trovare insetti.

Il Pettirosso, Erithacus rubecula, è un passeriforme dal manto grigio verdognolo e dal petto di un arancio sgargiante. In Italia lo si trova a basse quote in Inverno, dove sverna; trattandosi di un uccello molto territoriale, una volta che lo avvistate intorno a casa è probabile che continuerete a vederlo zampettare qua e la e produrre quel suo canto gorgheggiato inconfondibile o quei suoi tweeeek ripetuti.

Pettirosso,Erithacus rubecula.

Avvicinare il Pettirosso

Avvicinare il pettirosso non è particolarmente complesso. Anzi come esca bastano dei biscotti sbriciolati e si avvicinerà senza particolare difficoltà. In alcuni casi, se particolarmente confidente all’interno del suo territorio, può essere addirittura nutrito dalla mano o a pochissimi centimetri da essa.

Il Pettirosso è molto attento a ciò che accade all’interno del suo territorio e questo lo fa percepire a noi umani come un uccello curioso. E di fatto sembra proprio che lo sia. Nel preparare il mio appoggiatoio per uccelli (come descritto in Fotografia Naturalistica Comoda) avevo sempre attorno a pochi metri questo simpatico uccelletto tanto che in famiglia lo abbiamo affettuosamente chiamato Woodstock.

Il Pettirosso pronto a scattare verso l’esca di arachidi.

Fotografare il Pettirosso

Proprio per questa sua natura territoriale questo uccello facilmente si abitua a reperire il cibo sempre nelle stesse zone per cui allestire posatoi e cibo non è un problema. Il pettirosso continuerà ad avvicinarsi pronto per essere immortalato. Inoltre è un volatile non particolarmente mobile: è facile che si appoggi e resti immobile per qualche istante, il tempo di qualche scatto, per poi posizionarsi a stazionare altrove. Non è certamente complesso come scattare gruppi di Cinciarelle o Cinciallegre o peggio ancora Scriccioli.

Pettirosso tra i rami di nocciolo

Come al solito la focale con cui ho scattato è 400mm su monopiede ma non nego che per l’ottima tolleranza del pettirosso lo si possa avvicinare ancora di più e magari 200mm o 300mm possono risultare sufficienti. Almeno 6 scatti al secondo sono comunque necessari per dare una certa confidenza di ottenere uno scatto in ottima posizione, a fuoco e nitido. Come sempre più è alta la velocità dell’otturatore meglio è. Vista la luce Invernale scarsa e bassa in genere scatto a 800-1600 ISO per ottenere tempi che vanno da 1/800 ad 1/1400 di secondo circa.

Concludendo

Per me il pettirosso è il re dei passeriformi. Sarà per quel suo modo di impettirsi regale nel suo piccolo territorio o sarà perché è stata una delle mie prime prede fotografiche ma io adoro questo piccolo uccelletto dal petto arancione e non mi stancherei mai di fotografarlo tante sono le posizioni che assume nel pattugliare il suo piccolo regno.

Pettirosso nella primissima luce calda di un mattino di inverno

Pettirosso immortalato nel parco naturalistico della Lanca di Acqualunga.